Si abbatte “improvvisamente” una neve preannunciata da settimane— gli alberi, giustamente, fanno fatica a sopportare tutto quel peso accumulatosi in poche ore e molti cedono. Li vediamo lì ai lati delle strade con gli arti divelti, un monumento al “tutto bloccato”, un’epifania di come saranno gestite future “emergenze” con e senza preavviso… Non so perché, ma questi alberi agonizzanti e atoni che giacciono accanto ai muri e muriciattoli di neve creati dalle spalatrici mi fanno venire in mente la selva dei suicidi, il XIII canto dell’Inferno, il dialogo con Pier della Vigna. Le voci che potrebbero provenire da questi rami spezzati non sarebbero quelle di consiglieri imperiali accusati di tradimento ma di piccoli burocrati al servizio di partiti che hanno abbracciato il vangelo del neo-liberismo privatizzando selvaggiamente (persino il servizio delle macchine spalaneve una volta appannaggio dei comuni) che e poi con le modalità furbesche che contraddistinguono il Belpaese vendono il sale alle città più a nord giudicandosi in grado di guadagnare battendo il tempo e i tempi. Al giorno d’oggi, per queste piccole corruzioni non ci si può certo aspettare un suicidio, quindi da questa selva ghiacciata potrebbero emanare i suoni non tanto dei lamenti dei dannati ma delle gesuitiche assoluzioni che a tutti i livelli amministrativi i burocrati/tecnici sono soliti darsi. Naturalmente di queste azioni e mentalità Naomi Klein ce ne aveva parlato quasi un decennio fa nel suo “Shock Economy- L’ascesa del capitalismo dei disastri” ma fa un po’ impressione vederlo rivivere a ogni caduta di neve. A proposito della quale, la Klein nel suo nuovo libro “ This Changes Everything: Capitalism vs the Climate” ci ricorda che l’attuale organizzazione dell’economia a livello mondiale è il principale ostacolo che ci impedisce di formulare ed affrontare i cambiamenti necessari per tentare di rimediare agli aspetti più nocivi dei mutamenti climatici.
Settimana la scorsa anch’essa ben nutrita di eventi ed immagini veramente degni di quell’Interregno di cui parlava Gramsci: in Italia il ritorno di fantasmi che si credevano sepolti con la Seconda Repubblica mentre in Grecia si affaccia una tipologia di nuovo che provoca le ire di chi ha in mano il bastone del comando a livello europeo; nel ring dello “Scontro delle Civiltà, in un angolo i filmati di ignota regia e realizzazione che riprendono le efferatezze dell’ISIS/DAESH, trasmesse ossessivamente sui media in ogni dove, nell’altro angolo immagini inneggianti alle gesta di un cecchino statunitense in Iraq proiettate nelle sale cinematografiche dove è convenuto che trattasi di spettacolo diretto da Clint Eastwood e realizzato negli studi di Hollywood.
Quello che mi sembra chiaro è che bisogna trovare un’altra narrazione del mondo, quelle che abbiamo non tengono…
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