Canto del caos
Nel duecento dopo Darwin
quando gli angeli del caos
inseminati nello sfacelo del soldo
s’alleano con gli atomi di carbonio ribelli
e il DNA antico in preda alla follia
piomba nel tranello dei finti estrogeni
dimentico dello spartito
sinfonico del corpo
e cullato nell’oblio
si riproduce a iosa
e la fame divora
i muscoli del bimbo
mentre dalla corda
di Monsanto
pende il corpo del padre
contadino
e la traiettoria del proiettile
denso di metalli esplosivi ed inerti
incontra il danno collaterale
a migliaia
ed esterefatta
in esso s’annida e scoppia
e ride la iena
dell’esperimento
e a milioni languiscono
nelle strade
teste di belle
addormentate per sempre
affiorano dalle macerie
invece dei crochi gialli
di primavere forieri
Quando gli angeli del caos
sguainando spade di fuoco
ardono la finta tranquillità
della vita da schermo
e s’affievolisce il tepore
delle tane
e scorre il sangue
e i sangui si mischiano
mentre i cuccioli d’uomo
disegnando teschi
inneggiano alla morte
talvolta appiccando fuoco
a indiani dormienti
nei depositi fatiscienti
delle nostre magnifiche sorti e progressive
dal calderone del pianeta gelido e infiammato
per sessant’anni tenuta
alla catena
s’innesca la crisi
e nel suo canto di sirena tutti ci avvolge