Il canto degli zoccoli
per Erri De Luca
Sabot, sabot, sabot
Zoccolo, zoccolo duro
da gettare in pasto agli ingranaggi
alla macchina che ti dà il ritmo
alla macchina che ti scandisce il tempo
la macchina e l’ingranaggio
linguaggio e lignaggio
decretano la fine dell’agio
araldi di disagio
Mangia, macchina, mangia
Les sabots les sabots les sabots
lo zoccolo duro del tessitore
E oggi ricorre il 173esimo
In cui Jacques, operaio lionese
per acquietarla, dis-alimentarla
ingozzò di zoccolo la macchina
Potage de sabots
Sabotage
Ricorre quest’anno il cinquantesimo
(2 dicembre 1964)
udite di Mario Savio
il saggio
dimenticato profeta di basso lignaggio
Della stirpe di pescatori siciliani
Il comizio sul tetto
della macchina della polizia:
“There is a time / Arriva il momento
When the operation of the machine/ che il funzionamento della macchina
Becomes so odious –/ diviene così odioso
Makes you so sick at heart-/ che ti disgusta l’anima
That you cannot take part/ e non puoi più prenderne parte
(Can’t even passively take part)./neppure passivamente puoi prenderne parte.
And you’ve got to put your bodies/ E devi stendere il tuo corpo
Upon the gears/ sugli ingranaggi
And upon the wheels / sulle ruote dentate
Upon the levers / sulle leve
Upon the apparatus /sull’apparato
And you’ve got to make it stop / per far fermare la macchina
And you’ve got to indicate / E devi far capire
To the people who run it /alle persone che la gestiscono
To the people who own it /alle persone a cui essa appartiene
That unless you’re free /che se non sei libero
The machine will be prevented / alla macchina verrà impedito
From working at all.” /di funzionare.”
Così nel ’64 parlò il Savio Mario
profeta dimenticato
progenie misconosciuta
dell’italico popolo.
Ascoltate, ascoltate
in questo centesimo anniversario
del seppellimento del soldato Gianni
dategli degna sepoltura
ché ritirandosi il ghiacciaio
ha scoperto le sue ossa
e sono accanto
a quelle del soldato Hans
Ricomponetegli l’italico scheletro
in questa vigilia
della Sesta Grande Estinzione
in questo centenario della Grande Guerra
concedete al soldato Gianni (e Hans)
degna sepoltura
tra queste montagne
in queste vallate
che volete traforate
bucate, sfregiate
le acque avvelenate
la terra percorsa dalla macchina sfrecciante
concedete alla Grande Opera
in questo venticinquesimo anniversario del suo concepimento
minuscolo episodio
della guerra incessante di posizione dell’Uomo contro la Terra
concedete alle Grandi Opere degna sepoltura,
non impedite alle cesoie della Storia
Il lavorio di levatrice.
Pina Piccolo, 30 maggio 2014