Oggi, 5 maggio è il compleanno di Karl Marx, una figura il cui pensiero, teorie e spirito mi hanno accompagnato per molti decenni della mia vita, anche se man mano ho adattato quelle parti del suo pensiero che sentivo non corrispondessero alla realtà che mi trovavo davanti. Oggi vorrei ricondividere una poesia ispirata a una successiva elaborazione del pensiero di Marx da parte di Antonio Gramsci, poesia che è stata pubblicata la prima volta in Sagarana nel 2013.
INTERREGNO Pina Piccolo Le mura di Gerico non crollarono al richiamo del corno d’ariete Nel vuoto arcano dell’osso vi fu un rifugiarsi leggero di piume di angeli spelacchiati In fuga dal turbinio dell’umano interregno quell’interstizio infame evocato dal cervello del sardo rosso a lungo imprigionato tra le mura Scomoda figura
“La crisi consiste precisamente nel fatto che il vecchio sta morendo ed il nuovo non può ancora nascere; in questo interregno appaiono una gran quantità di sintomi morbosi”
Questa la canzone che gracchiava la gazza, poco ladra molto regaliera, spargendo verità per l’aire nel giardino del manicomio tra la polvere delle fondamenta abbattute dalla speculazione edilizia “Ologramma! Ologramma”! Diceva del programma che si discuteva al palazzo “Ceppi e contagi” Non cani randagi Né nutrie né ratti ma MISFATTI, MISFATTI! Nelle vostre AUUUUSL aziende unità sanitarie locali
Sindrome morbosa della rosa della rosa della rosa coltivata nella Rift Valley del Kenya Mani nere l’han curata, accarezzata poi strappata spedita nella stiva se n’è volata poi è atterrata, per un’ora immagazzinata e poi per le strade di Palermo di Bologna di Torino un bengalese poco più che bambino me l’ha offerta a mezzo euro perché non era più fresca di giornata SALDI, SALDI, SALDI teniamoci saldi nell’interregno tra le sindromi morbose sindoni irradiate antropogenici cambiamenti antropologici mutamenti e ammutinamenti costituzionali scrostamenti e crollo di nazioni Negli interstizi vaga la voce fluisce la nota che la bussola resetta E come arca spera e aspetta
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