Nell’ultima settimana sono stata impegnata, insieme a Sana Darghmouni e Camilla Brazzale, a comporre l’Inserto Palestina de la Macchina Sognante, uno spazio dedicato a 20 pezzi inediti tradotti dall’arabo o dall’inglese, scritti da autrici o autori palestinesi che vivono nei territori o in diaspora. A spingerci a imbarcarci in questo progetto è stata la palese richiesta da parte dei palestinesi sotto attacco dall’esercito e dagli estremisti israeliani di amplificare le loro voci. Personalmente credo che sia ora di cambiare impostazione, come sta avvenendo per tante altre lotte, e riconoscere le/i palestinesi come attanti e non solo vittime, attanti che scrivono e scrivono alcune delle pagine più potenti della letteratura mondiale del ventesimo e ventunesimo secolo, basti pensare a poeti come Mahmoud Darwish o intellettuali come Edward Said. Nella fase di ricerca dei testi ci siamo imbattute in giovani scrittrici, alcune residenti a Gaza altre in diaspora, dalla penna folgorante che spaziano dal fornire cronache dettagliatissime e rivestite di una certa ironia su come ci si comporta in famiglia sotto i bombardamenti (Una dura notte a Gaza, di Mona al Msaddar), a prose di grande acutezza che analizzano i risvolti psicologici della vita in un territorio come Gaza privo di libertà, pieno di insidie e che non dà la possibilità di respirare (L’arte di vivere a Gaza, Somaya El Sousi), a narrazioni surreali in cui la memoria, il presente, la voce dei morti, quella delle armi e dei luoghi formano una prosa di grande presa emotiva (Due racconti di Wesam Almadani).
Sotto trovate il link all’Indice dell’Inserto Palestina come pure un archivio di link ad altri pezzi su palestina ospitati negli anni ne La Macchina Sognante), vi prego di diffondere i vari pezzi in modo da amplificare le voci palestinesi.
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