MEDITERRANEO 2008: primo capo d’accusa/Mediterraneum 2008: Indictment number 1
Mare Nostrum
Che ricopri la terra
Sia vituperato il nome tuo
Non venga il tuo regno
E non sia fatta la tua volontà.
Muraglia acquitrinolenta
Da portaerei e petroliere gravata
Solcata da carrette inzavvorrate
di esistenze illecite
Non più di mendaci eroi
Misterioso ammaliante freno.
Nel tuo grembo vorticoso avviluppi
Getachew, novantunesimo discendente maschio
Della regina di Saba
E Yetunde, figlia di A’isha
Vasaia di un villaggio nigeriano.
Il fiero pasto che nelle fauci trangugi
Altri non è che chi la guerra rifugge
Chi la fame allontana
E guai se per istinto
Squisitamente umano
Pescatore osi porgere la mano
A chi i flutti hanno strappato
Ineluttabili incombon reato e ferri[1].
Sfigurati
Con le dita irrigidite
aggrappate a valigie[2]
Così è decretato che
salme
gli Altri
(che poi siamo Noi,
La memoria può anche sbagliarsi
Ma il DNA non mente)
Debbano arrivare ai nostri lidi.
In te, Mare di Mezzo,
Sfocia il fiume dell’oblio:
Non è più dato ricordo conservare
Di bastimenti
Da cui stipati per cento lire
Dagos, wops e bacichas venivano riversati
Verso lidi altrui.
Mare Monstrum
Che dai litorali strappi
Violetta e Cristina Ebrehmovich[3]
Figlie di ragazze
avvolte in lunghe gonne sgargianti
Forse discendenti segrete di Lacoonte[4]
Veggente inviso
A generali, banchieri e capitani d’industria
Nate dal ceppo di popoli erranti arrivati sui carri
Punite perché la loro esistenza
È presaga di futuri raminghi
In agguato
Quando di colare l’oro nero avrà cessato.
Avvolte adesso nelle tue spire
Forse le proteggi da malsani riti statali
Che ne spremono l’identità
Dalle dita[5]
Decidi poi di non farle sirene
Ributtandole a riva
Invisibili ai cultori di riti balneari
Per cui il codice non prevede
né reato di ignavia
Né d’accidia.
Ma come disse il Poeta,
Chi visse
Sanza infamia e sanza lodo[6]
Non lo vogliono né i demoni né i santi
Anche a chi tacendo acconsente
È dovuto il vestibolo dell’Inferno
Non é dato evitare il frastuono
Di nocche e lingue
Le punture di vespe
La rincorsa vana e affannosa di vessilli.
In mezzo all’inferno cercate e riconoscete
Chi e che cosa inferno non è
Per farlo durare e dargli spazio
Strappatelo all’inferno
Esortava sul finire del secol breve
Un Italo[7] saggio nato su un’isola lontana
Ma in questo mare salato di vergogna
Che pullula di meduse ustionanti
Cosa mai si potrà strappare
Se non le lacrime e le maledizioni
Di una nonna gitana
Che per tre generazioni ci condanna?
Luglio 2008
Pina Piccolo
[1] L’8 agosto 2007, 7 pescatori tunisini vennero arrestati e processati per aver salvato la vita soccorrendo 44 richiedenti asilo e migranti che avevano fatto naufragio a 40 miglia da Lampedusa. Furono imputati di reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina.
[2] Il 24 luglio 2008 sul litorale di Menfi (Agrigento) fu avvistato un cadavere sfigurato, aggrappato ad una grossa valigia. Con ogni probabilità si trattava di un immigrato nord africano vittima di un naufragio nel Canale di Sicilia.
[3] Bambine Rom di 11e 12 anni annegate il 19 luglio 2008 a Torregaveta vicino Napoli. I loro corpi rimasero sulla spiaggia per due ore ricoperte da un telo, mentre i bagnanti proseguivano tranquillamente le loro attività. Tale comportamento fu formalmente denunciato dall’Alto Commissariato per Rifugiati dell’ONU.
[4] Sacerdote troiano di Apollo e veggente che cercò di avvertire i troiani esortandoli a non portare il cavallo di legno dentro le mura della città. Per punirlo, Poseidone (che parteggiava per i greci) mandò due enormi serpenti marini che avvinghiarono lui e i suoi figli uccidendoli.
[5] Legge approvata dal governo Berlusconi nel giugno 2008 che prevede il censimento dei ROM e la schedatura delle loro impronte digitali, comprese quelle dei bambini.
[6] Canto III dell’Inferno di Dante Alighieri, da verso 21 a 69, descrizione del vestibolo dell’Inferno e della punizione riservata agli ignavi.
[7] Da Le città invisibili di Italo Calvino.
MEDITERRANEUM 2008: Indictment #1
Our Sea
Who floweth over land
Reviled be Thy name
Cease Thy kingdom
Undone be Thy will.
Swampy aqueous wall
Burdened with aircraft carriers, oil tankers
Sailed by broken down vessels
Laden with illegal existences
No longer a mysterious brake
Binding deceitful heroes with your spell
The vortex of your womb tangles
Getachew, ninety first male descendant
Of the Queen of Sheba
And Yetunde, daughter of A’isha,
Potter
In a village of Nigeria
The fierce meal you chew in your jaws
Is none other than men and women fleeing wars
None other than people escaping hunger
Heaven help if urged
By an exquisitely human instinct
A fisherman should dare reach his hand
To any of those ripped by billowing waves
-crime and punishment[1] loom unavoidable-
Disfigured,
Stiffened fingers
gripping a suitcase[2]
Thus, it is decreed that corpses of the Other
(really Us, memory may fail us
But DNA doesn’t lie)
May reach our shores.
In you, Middle Sea,
Flows the river of oblivion
It is not granted that remembrance remain
Of steamships
Where, for one hundred lira a head
The teeming masses of Wops
Dagos and Bacichas were spilled
Onto other people’s shores.
Monster Sea,
From our beaches you rip
Violetta and Cristina Ebrehmovich[3]
Daughters of young girls
wrapped in gaudy shawls
Perhaps secret descendant of Laocoon,[4] the Seer
Despised by generals, bankers and captains of industry
Offspring of people who arrived on a nomad’s cart
Now punished because their very existence
Foretells of wandering futures
Laying in wait
As the black gold stops flowing.
Wrapped now in your whorls
Perhaps you protect them from morbid state rituals
That squeeze identity
Out of humans’ fingers[5]
But you decide not to turn them into sirens
Spit them out onto the shore instead
Invisible to practitioners of beach rituals
For whom the penal code
Does not provide either
for the crime of sloth
Nor for that of sluggishness.
But, as the Poet said, those who lived
Without infamy nor praise[6]
Are neither wanted by demons nor saints
And those who by not speaking consent
Are also due for the vestibule of hell
Amid the din of blows, the roar of tongues
And the sting of hornets
Following a flag incessantly and in vain.
When in the midst of hell seek out and recognize
Who and what is not hell
Make it last and give it space
Wrest it away from hell
Urged, towards the end of the brief century
A wise Italo[7] born on a far away island
But from this sea salty with shame
Teeming with stinging jelly fish
What could one wrest
If not the tears and the curse
Of a gipsy grandmother
Who hurls her condemnation
for three generations?
July 2008
Pina Piccolo
[1] On August 8, 2007, 7 Tunisian fisherman were arrested and tried for saving the life of 44 asylum seekers and migrants who were shipwrecked 40 miles from Lampedusa, an island off of Sicily. They were charged with aiding and abetting the crime of illegal immigration.
[2] On July 24, 2008 on the rocks of Menfi, a town near Agrigento,a disfigured corpse was found gripping a suitcase with his stiffened fingers. He was in all likelihood a North African immigrant who had shipwrecked in the Channel of Sicily.
[3] Eleven and twelve year old Rom girls who drowned on July 19, 2008 at the beach of of Torregaveta, near Naples. Their corpses were left several hours on the beach, covered with a beach towel, among the indifference of beach goers who carried on with their usual activities. This attitude was formally denounced by the UN High Commissioner for Refugees.
[4] Trojan priest of Apollo and seer who tried to warn the Trojans against taking the wooden horse inside the city walls. To punish him, Poseidon (who took the Greek side) sent two enormous sea serpents that coiled around him and his children, killing them.
[5] Law approved by the Berlusconi government in June 2008 providing for the census of the ROM population and the taking of fingerprints, including those of children.
[6] III Canto of Dante’s Inferno, from verse 21 to 69, in which he describes the Vestibule of Hell and the punishment reserved for the Slothful, i.e., those who take no positions.
[7] From Italo Calvino’s Invisible Cities.