Per Anas Qandeel che non potrà postare il suo dolore in Facebook
Non è stata La Scogliera Solida ad ucciderti
crollandoti sulla casa,
Anas Qandeel, un’ora dopo aver postato
il tuo astio per l’impossibilità di dormire,
né è responsabile Il Margine Protettivo
con la sua affilata precisione chirurgica
né era stata ancora approvata
la prassi di mandare un sms
o l’avviso di bombardamento col colpetto al tetto
Allunga lo sguardo, ragazzo impaziente,
oltre il Piombo Fuso
oltre la Società dello Spettacolo
dalle guance di pesca
che guarda trangugiando pop corn dalla collina di Sderot
oltre i dolenti aranceti
e i tronchi d’ulivo contorti
in forma di un certo
struggimento di cuore
oltre il serpeggiante Muro
che emette quella certa marcetta funebre
che ti ritornella nel cervello
come il ronzio affievolito
di colonie collassate
mentre intravedi una testa di bambola
emergere dalle macerie di cemento
con lo sguardo vitreo e inebetito
dalle azioni umane
occhi che nemmeno per sogno
desidererebbero mai
nemmeno per gioco
farne parte
Sono state le lacrime del Buraq
mio caro ragazzino
nel loro splendore ologrammico
a colpire la tua casa, Anas,
col loro fascio di puro laser
ad incantare i giovani col loro canto
per sempre,
ninna nanna che culla il sonno di belli e belle
che come caprifoglio aspettano
il bacio del colibrì
schiusi al cambiamento.
Pina Piccolo, 15 luglio 2014