When A Man Will Not Go Gentle…
for Shaka Sankofa[1], on June 22, 2000, the night of his execution
When a man refuses to go gentle
Into “that good night”
What does his first walk
Freed of the body
Look like?
Not the spasmodic dance of resistance
Nor the gliding step of angels.
Yet, the shadow of the black man
Does walk the Earth tonight
Not a deadman walking-
That would not be his style.
Wrapped in a mantle of light.
Unshackled now he sets off,
After a hasty dispatch
By a slithery Governor
Slinking his way to the crown.
Unfettered, finally now
In this season
When the night does not wed the day
In peerdom,
When a solsticed triumphant sun shrinks
The night into a corner
With the piercing light
Of an overextended, never-ending day
He, cocky young robber of liquor stores,
Ambushed
By a decrepit
Robber of lives
Crouched on a high throne
With feet of clay.
The shadow of the black man
Haunts the corridors of power tonight
Taunts them with the noose
Wrapped around the neck
Of a strange fruit of memory.
Or maybe his gait
Resembles that of
A fly on the wall
Witnessing
Dirty laundry
Blanched to pure white
By the Word of politicians
Spoken, inked or etherized
Justice, licking its wounds
In a fourth class motel
Nature fleeing the arachno-goat
Just to stare in the face
Of the defiant scapegoat
The black goat.
Maybe he struts now, light-gaited
On the familiar path
Of a Chicago high security tenement
That tames black cubs
Into subservient adulthood.
Lighter than air now
He ascends the four mile
Of low income high rises
Separated by a freeway,
Separated by chain-link
Fencing off magnolias
From plantations.
Nineteen years of confinement
Erased
By single stroke of a needle.
You learn, in a single night,
What they kept from you
From birth.
Don’t let that weight
Plunge you down, ungentle walker,
Lend us the cockiness in your step
Turn us from mere witnesses
Into walkers of the talk.
[1] Shaka Sankofa was the Swahili name chosen by Gary Graham, the 36 year old African American man who was executed on December 22 2000, in the state of Texas, after spending 19 years on death row. The name Shaka refers to the famous warrior Shaka Zulu and Sankofa means “go back to past and bring to the present”. His execution order was signed by George W. Bush, then Governor of Texas, one month prior to becoming president of the USA. Shaka, maintained his innocence to the very end and fiercely resisted being taken into the execution chamber. He had been active for nearly two decade in the movements opposing the death penalty an to secure better opportunities for black youth.
Quando un uomo non se ne va docile ….
per Shaka Sankofa[1], “giustiziato” in Texas la notte del 22 giugno 2000
Quando un uomo rifiuta di andarsene docile
In “quella buona notte”
A cosa paragonare
I primi passi
Liberi dal corpo?
Non alla spasmodica danza di chi resiste
Né al glissare soave dell’angelo
Eppure l’ombra dell’uomo nero
Per la terra questa notte s’avvia
Non da “uomo morto che cammina”
A lui questo ruolo certo non si addice
Avvolto invece in un mantello di luce
Effranti i ceppi libero s’incammina
Dopo la sommaria liquidazione
A opera del Governatore,
Verme strisciante
Che furtivo si avvicina alla Corona
Finalmente senza catene
In questa stagione
In cui la notte non sposa il giorno
Da pari
Solstizio trionfante che
Scaccia la notte in un angolino
Luce penetrante
Di una giornata che non finisce più
Lui, baldanzoso giovane
Rapinatore di “liquor stores”
Caduto nell’imboscata
Tesa da un decrepito
Ladro di vite
Accoccolato su un trono
Dai piedi d’argilla
In questa notte,
Per i corridoi del potere
Si aggira
L’ombra dell’uomo nero
Schernendo gli astanti con il cappio
Avvolto attorno al collo
Strano frutto della memoria
O forse ha l’andatura
Dell’invisibile mosca
Aggrappata alla parete
Testimone
Di panni sporchi
Candeggiati
Dal verbo dei politici
Disseminato per voce, penna, o etere?
La Giustizia si lecca le ferite
In una locanda di infima categoria
La natura cerca di sfuggire
All’aracnocapra
Solo per ritrovarsi
Un capro espiatorio ribelle
Il capro nero
O forse adesso si pavoneggia
Invece a passo leggero
Sull’usato sentiero
Del ghetto di Chicago
Dove vengono domati
Leoncini ingabbiati
Per maturare servi
Più leggero dell’aria ora
Ascende le quattro miglia
Di palazzoni popolari
Separati dall’autostrada
Separati dal reticolato d’acciao
Che divide le magnolie
Dalle piantagioni
Diciannove anni di reclusione
Il tutto cancellato
Da un veloce colpo di siringa
In una breve notte
Ciò che ti è stato celato
Dalla nascita lo apprendi.
Non lasciare che la zavorra
Ti affondi, o camminatore indocile
Prestaci la baldanza del tuo passo:
Saremo non solo testimoni
Ma alle parole seguiranno azioni.
(2000)
[1] Shaka Sankofa è il nome in lingua Swahili scelto da Gary Graham, trentaseienne Afro-americano detenuto per 19 anni nel braccio della morte e giustiziato il 22 dicembre, 2000 nello stato del Texas. Il nome Shaka fa riferimento al valoroso re Zulu e Sankofa significa “ritorna al passato e lo porta al presente”. L’ordine di giustiziazione fu firmato da George W. Bush, ancora governatore del Texas, un mese prima di essere insediato come Presidente degli USA. Shaka continuò ad affermare la propria innocenza fino alla fine e resistette fieramente ai tentativi di condurlo alla camera della morte e di iniettarlo. Aveva partecipato attivamente per quasi vent’anni ai movimenti in opposizione alla pena capitale e per assicurare condizioni di vita ed opportunità migliori per i giovani afro-americani.